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Atezolizumab in terapia adiuvante dopo la chemioterapia nel tumore polmonare non a piccole cellule

Published by Fondazione Gianni Bonadonna at 04/09/2023
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Il trial di fase 3 IMPower010 indica una tendenza positiva per l’uso di atezolizumab in adiuvante dopo la chemioterapia nei pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule di stadio II-IIIA positivo a PD-L1

Nello studio di fase 3 IMPower010, recentemente pubblicato su Annals of Oncology, è stato dimostrato un profilo rischio-beneficio positivo per atezolizumab in terapia adiuvante dopo chemioterapia in pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) di stadio II-IIIA.
IMPower010 è stato il primo studio di immunoterapia di fase 3 a dimostrare un vantaggio statisticamente significativo in termini di sopravvivenza libera da malattia con atezolizumab rispetto alla migliore terapia di supporto nel NSCLC resecato dopo chemioterapia a base di platino; la maggiore entità del miglioramento nella sopravvivenza libera da malattia è stata osservata nei pazienti con NSCLC in stadio II-IIIA e cellule tumorali PD-L1 ≥50%, nei quali è stata osservata una riduzione del 57% del rischio di recidiva o morte con atezolizumab in terapia adiuvante rispetto alla migliore terapia di supporto. Sulla base di questi risultati, atezolizumab è stato approvato come trattamento adiuvante dopo la chemioterapia a base di platino per i pazienti con NSCLC in stadio II-IIIA completamente resecato e cellule tumorali PD-L1 ≥1% o ≥50% in molti Paesi. Poiché la sopravvivenza globale è ancora un endpoint importante per stabilire il beneficio clinico negli studi in fase iniziale, ma era un dato non ancora maturo dopo una mediana di 32 mesi di follow-up, in questa nuova pubblicazione gli autori ora riferiscono i risultati della prima analisi ad interim in merito alla sopravvivenza globale e gli aggiornamenti sulla sicurezza dopo una mediana di 13 mesi ulteriori di follow-up. I dati mostrano che gli hazard ratio stratificati della sopravvivenza globale sono risultati 0,95 nei pazienti di stadio II-IIIA, 0,71 nella popolazione di stadio II-IIIA con cellule tumorali PD-L1 ≥1% e 0,43 nello stadio II-IIIA con cellule tumorali PD-L1 ≥50%. L’incidenza di eventi avversi correlati ad atezolizumab è rimasta invariata. «Questi dati indicano una tendenza positiva a favore di atezolizumab, guidata principalmente dal sottogruppo di stadio II-IIIA con cellule tumorali PD-L1 ≥50%. Dopo 13 mesi di follow-up aggiuntivo, non sono stati rilevati nuovi segnali di sicurezza. Complessivamente, questi risultati suggeriscono che l’impiego di atezolizumab in terapia adiuvante abbia un profilo rischio-beneficio positivo in questo contesto», concludono gli autori.

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