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03/10/2022I risultati dello studio ARROW mostrano che l’inibitore RET pralsetinib è ben tollerato e induce risposte robuste e durature in pazienti con fusioni RET, indipendentemente dal tipo di tumore
Pralsetinib, un inibitore RET altamente selettivo, ha dimostrato effetti positivi nello studio internazionale di fase I/II ARROW, recentemente pubblicato su Nature Medicine: pralsetinib induce risposte robuste e durature nei pazienti con fusioni RET, indipendentemente dal tipo di tumore.
La Food and Drug Administration ha approvato pralsetinib come terapia per il carcinoma polmonare non a piccole cellule positivo a fusioni RET a settembre 2020, quindi per il trattamento di carcinomi tiroidei avanzati positivi a RET nel dicembre 2020; gli autori perciò volevano capire se la terapia potesse apportare benefici al di là di tumori tiroidei e carcinoma polmonare non a piccole cellule, arruolando pazienti con tumori come cancro al pancreas, colangiocarcinoma, sarcoma e tumori neuroendocrini. Lo studio ha arruolato 29 pazienti con 12 diversi tipi di tumore; la maggioranza aveva malattia metastatica (87%) e aveva già ricevuto altre terapie per il tumore (87%). I risultati del trial mostrano un tasso di risposta complessivo del 57% e un tasso di controllo della malattia dell’83%; tre pazienti (13%) hanno avuto una risposta completa confermata e 10 (43%) una risposta parziale. La durata media della risposta è stata di 11.7 mesi, la mediana di sopravvivenza libera da progressione di malattia di 7.4 mesi e la sopravvivenza complessiva mediana di 13.6 mesi. Eventi avversi correlati al trattamento sono stati osservati in 25 pazienti (86%) e 20 pazienti (69%) hanno manifestato eventi avversi di grado 3 o superiore. Un totale di 17 pazienti (59%) hanno dovuto interrompere la cura per un breve periodo e 13 (45%) sono stati sottoposti a una riduzione permanente del dosaggio a causa degli effetti collaterali. «Sebbene le fusioni RET siano estremamente rare al di fuori del carcinoma polmonare non a piccole cellule e dei tumori tiroidei, questi pazienti hanno bisogno di terapie efficaci», ha detto il coordinatore della ricerca, Vivek Subbiah del MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas. «Complessivamente questi dati sottolineano la necessità di un più ampio screening di RET per individuare candidati al trattamento con pralsetinib, che potrebbero beneficiare dell’inibizione di RET. L’arruolamento di pazienti con altri tumori solidi positivi alla fusione di RET nel trial ARROW è tuttora in corso. Questi risultati dimostrano infatti il potenziale positivo dell’inibizione di RET in pazienti con diversi tipi di tumore e mostrano il potere della medicina di precisione nell’offrire al paziente giusto la terapia a bersaglio molecolare più adatta, basandola sulle caratteristiche uniche del suo tumore».
