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07/02/2022L’anticorpo farmaco-coniugato, introdotto nella terapia standard, riduce del 27% il rischio di progressione di malattia
L’utilizzo dell’anticorpo farmaco-coniugato polatuzumab vedotin al posto della vincristina nella terapia standard per il linfoma diffuso a grandi cellule B, che di norma prevede rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone (R-CHOP), migliora l’outcome dei pazienti in maniera significativa: lo dimostra il trial clinico Polarix, presentato in anteprima durante l’ultimo congresso dell’American Society of Hematology e poi pubblicato sul New England Journal of Medicine.
La terapia R-CHOP è lo standard di cura attuale per i pazienti con una nuova diagnosi di linfoma diffuso a grandi cellule B, ma è efficace nel curare solo il 60-70 % dei casi: molti hanno recidive dopo il trattamento e nei pazienti con fattori di rischio l’effetto è scarso. Per questo si è provato ad associare alla cura standard polatuzumab vedotin, un anticorpo farmaco-coniugato diretto su CD79b, proteina ubiquitaria sulle cellule B neoplastiche. In questo studio di fase III, coordinato dal Memorial Sloan Kettering Cancer Center, 879 pazienti con linfoma non trattato in precedenza e con fattori di rischio da intermedi a elevati sono stati perciò randomizzati a ricevere sei cicli di terapia standard R-CHOP o di una terapia in cui la vincristina di R-CHOP è stata sostituita da polatuzumab vedotin, più due cicli di rituximab da solo. Dopo un follow-up mediano di 28 mesi, il tasso di sopravvivenza libera da progressione a due anni è risultato del 76.7% per la combinazione con polatuzumab vedotin rispetto al 70.2% di R-CHOP; il profilo di sicurezza e la sopravvivenza complessiva erano invece paragonabili.
I risultati, secondo gli autori, supportano l’utilizzo di polatuzumab vedotin come terapia iniziale in questi pazienti e il coordinatore, Gilles Salles del Lymphoma Services al MSK, ha spiegato: «Il linfoma diffuso a grandi cellule B è uno dei tumori ematologici più comuni e negli ultimi due decenni ci sono stati molti tentativi, anche se di scarso successo, di migliorare la cura della malattia modificando la dose o il protocollo di trattamento con R-CHOP o anche aggiungendo farmaci a bersaglio molecolare a questo regime. Questo studio dimostra che polatazumab vedotin può essere un’opzione adeguata, che migliora significativamente il tasso di sopravvivenza libera da progressione e riduce il rischio di recidiva dopo il completamento del trattamento, consentendo di evitare ulteriori terapie ‘di salvataggio’ che sono spesso inefficaci e associate a tossicità significativa». La rimborsabilità di polatuzumab vedotin in associazione a bendamustina e rituximab è stata approvata in Italia a metà gennaio per pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivante o refrattario, non candidabili a trapianto.
