FGBweb_BFGBweb_BFGBweb_BFGBweb_B
  • LA FONDAZIONE
    • Chi Siamo
    • Storia
    • Mission
    • Contatti
  • INIZIATIVE
    • Fellowship
    • Ricerca
  • NEWS & UPDATES
    • News
    • Area Press
  • VIDEO
Italiano
  • English
✕
Gli inibitori della N-glicosilazione, una nuova strategia di cura?
14/03/2022
Tumore mammario, un meccanismo per superare la resistenza a terapie endocrine e farmaci anti-ER e anti-HER2
28/03/2022

Inibire MEK per potenziare la chemio-immunoterapia

Published by Fondazione Gianni Bonadonna at 21/03/2022
Categories
  • Eventi
  • Non categorizzato
Tags

L’inibitore di MEK trametinib aumenta l’espressione di CXCL10 e questa proteina, secreta dalle cellule tumorali, recluta le cellule T e potenzia l’efficacia della chemio-immunoterapia

Un recente studio pubblicato su Cancer Cell ha dimostrato che l’aggiunta di inibitori di MEK a una terapia standard con platino e pemetrexed può potenziare l’efficacia di una chemio-immunoterapia in modelli in vitro e in vivo di carcinoma polmonare: un commento ai dati, pubblicato su Cell Reports Medicine, sottolinea ora tutti i motivi per cui si tratta di una scoperta importante.
Gli autori spiegano innanzitutto come nel caso del carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico l’opzione di trattamento standard preveda inibitori dei checkpoint immunitari da soli o in associazione a una terapia con platino e taxani o pemetrexed, a seconda dell’istologia tumorale; nonostante alti tassi di risposta e un miglioramento della sopravvivenza complessiva o libera da progressione di malattia, una risposta duratura indicativa di un efficiente reclutamento immunitario viene osservata in meno del 50% dei pazienti trattati con la combinazione di chemio-immunoterapia, soprattutto in coloro che non hanno una significativa infiltrazione immunitaria a livello tumorale indicata da un basso livello di espressione di PD-L1. Trovare perciò nuove combinazioni che possano aumentare la durata della risposta immune potrebbe migliorare la risposta clinica di questi pazienti e in tale senso vanno i risultati dello studio su Cancer Cell: dopo aver osservato che l’aumento dei livelli di CXCL10 avrebbe potuto ‘rinvigorire’ il reclutamento delle cellule T e la risposta immune, gli autori hanno eseguito uno screening di vari inibitori di chinasi e dimostrato che l’inibitore di MEK trametinib, attraverso un incremento dose-dipendente dell’espressione di CXCL10 e la sua secrezione dalle cellule tumorali, aumenta l’infiltrazione dei linfociti T nel tumore e l’espressione di PD-L1. Impiegato in un modello murino in vivo, trametinib in associazione alla chemio-immunoterapia ha migliorato la sopravvivenza e l’inibizione della crescita tumorale.
CXCL10 sembra perciò critico per reclutare i linfociti T e necessario per ripristinare l’efficacia del blocco dei checkpoint immunitari in tumori trattati con cisplatino e pemetrexed: utilizzare gli approcci più efficaci, guidati dall’analisi di biomarcatori come CXCL10, potrà produrre vantaggi clinici per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule.

Share
0

Related posts

Cancer Treatment - Medical Concept with Blurred Text, Stethoscope, Pills and Syringe on Red Background. Selective Focus. 3D Render.

18/09/2023

L’inibizione di SHP2 per superare la resistenza alle terapie a bersaglio molecolare


Read more

Medical supplies on light background. Concept of cancer research

11/09/2023

Dostarlimab nel tumore dell’endometrio primario avanzato o recidivante


Read more
08/09/2023

È possibile predire l’efficacia dell’immunoterapia nei tumori della mammella triplo negativi?


Read more
LinkedIn | Twitter
  • Privacy policy
  • Cookie policy
© 2021 - Fondazione Gianni Bonadonna
    Italiano
    • Italiano
    • English