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05/06/2023Un basket trial di fase II dimostra attività antitumorale di olaparib nel tumore alla prostata metastatico resistente alla castrazione con mutazioni BRCA1/2
Fino al 28% dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione presenta alterazioni germinali o somatiche nei geni coinvolti nella via di riparazione della ricombinazione omologa, con le alterazioni di BRCA1/2 che sono le più comuni; i risultati dello studio di fase II TAPUR, recentemente pubblicato su JCO Precision Oncology, hanno mostrato che l’inibitore di PARP olaparib ha attività antitumorale in pazienti con carcinoma prostatico con mutazioni BRCA1 o BRCA2 già molto pretrattato.
Lo studio TAPUR è un basket trial di fase II che valuta l’attività antitumorale di farmaci mirati, già disponibili in commercio, in pazienti con tumori avanzati e specifiche alterazioni genomiche. Questa nuova pubblicazione presenta i risultati di trenta pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione e mutazioni di BRCA1/2 trattati con olaparib (due volte al giorno per una dose giornaliera totale di 600 mg o 800 mg) fino a progressione della malattia o sospensione a causa di una tossicità inaccettabile, per scelta del paziente o per la raccomandazione del medico di sospendere la cura. Il tasso di controllo della malattia è risultato del 69% e il tasso di risposta obiettiva del 58%; la mediana di sopravvivenza libera da progressione radiografica di malattia e la sopravvivenza globale mediana sono state rispettivamente di 38,4 settimane e 76,4 settimane. Sei dei trenta pazienti (pari al 20%) hanno manifestato eventi avversi gravi o di grado 3-4 tra cui anemia, diminuzione dei globuli bianchi e affaticamento. «Olaparib ha mostrato un’attività antitumorale in pazienti con carcinoma prostatico con mutazioni di BRCA1 o BRCA2 già molto pretrattato», affermano gli autori. «Questo studio fornisce ulteriori informazioni sull’efficacia di olaparib in una popolazione rappresentativa di pazienti fortemente pretrattati con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione. I PARP inibitori sono un’importante nuova classe di farmaci per il trattamento dei tumori della prostata con deficit di ricombinazione omologa: è ora necessario un ulteriore sforzo per individuare al meglio i biomarcatori che possono identificare i pazienti con maggiori probabilità di trarne beneficio. Man mano che emergono nuove informazioni sulle numerose funzioni di PARP, vengono sviluppate nuove combinazioni per estendere l’uso degli inibitori PARP al di là dei pazienti con tumori che presentano difetti di riparazione del DNA; di conseguenza, sarà fondamentale arruolare negli studi popolazioni che rappresentino le diverse caratteristiche delle persone con cancro alla prostata», concludono gli autori.
