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27/11/2023Lo studio di fase 3 KEYNOTE A39 mostra che la combinazione allunga la sopravvivenza globale del 53% rispetto alla chemioterapia nella popolazione generale dei pazienti
Nuovi dati presentati durante l’ultimo congresso ESMO mostrano che pembrolizumab in associazione al farmaco anticorpo-coniugato enfortumab vedotin riducono del 53% la mortalità rispetto alla chemioterapia in pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico non trattato in precedenza, con un miglioramento della mediana di sopravvivenza globale di oltre 15 mesi rispetto alla chemioterapia.
Lo studio clinico EV-302 (noto anche come KEYNOTE-A39) è uno studio di fase 3 in aperto, randomizzato e controllato, che valuta enfortumab vedotin in combinazione con pembrolizumab rispetto alla chemioterapia in pazienti con cancro uroteliale localmente avanzato o metastatico non trattato in precedenza. Nello studio sono stati arruolati 886 pazienti eleggibili alla chemioterapia con cisplatino o carboplatino indipendentemente dallo stato di espressione di PD-L1, randomizzati a ricevere enfortumab vedotin in combinazione con pembrolizumab o chemioterapia. I pazienti trattati con enfortumab vedotin e pembrolizumab hanno registrato una mediana di sopravvivenza globale di 31,5 mesi rispetto ai 16,1 mesi del gruppo trattato con chemioterapia e una mediana di sopravvivenza libera da progressione di malattia rispettivamente pari a 12,5 mesi e 6,3 mesi, con una riduzione del 55% del rischio di progressione della malattia o di morte. I risultati sono stati coerenti in tutti i sottogruppi predefiniti, compresi i pazienti che potevano essere idonei o no al trattamento con chemioterapia a base di cisplatino, i pazienti con tumori che esprimevano livelli alti o bassi di PD-L1 e i pazienti con o senza metastasi epatiche. Il profilo di sicurezza di pembrolizumab in associazione a enfortumab vedotin è risultato coerente con i dati dello studio di fase 1/2 KEYNOTE-869/EV-103. Lo studio di fase 3 KEYNOTE-A39 potrà essere la base per le richieste normative in tutto il mondo e negli Stati Uniti servirà come conferma per l’attuale approvazione accelerata di pembrolizumab in associazione a enfortumab vedotin come trattamento di prima linea per i pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico non idonei a ricevere una chemioterapia a base di cisplatino. «Questi risultati, che mostrano una riduzione del 53% del rischio di morte per la combinazione rispetto alla chemioterapia, sono sorprendenti e potrebbero aprire un nuovo capitolo per il trattamento di questi pazienti con diagnosi di carcinoma uroteliale avanzato, che hanno un urgente bisogno di nuove terapie», ha dichiarato Thomas Powles, coordinatore di KEYNOTE-A39 e direttore del Barts Cancer Center, presentando i dati durante un simposio presidenziale al Congresso ESMO 2023.
