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02/05/2023In pazienti con melanoma resecabile pembrolizumab in terapia neoadiuvante/adiuvante aumenta la sopravvivenza libera da eventi rispetto al pembrolizumab in terapia adiuvante
Uno studio di fase II recentemente pubblicato su The New England Journal of Medicine ha dimostrato che il pembrolizumab somministrato in terapia neoadiuvante e adiuvante ha allungato significativamente la sopravvivenza libera da eventi rispetto a pembrolizumab in sola terapia adiuvante nei pazienti con melanoma resecabile in stadio da IIIB a IVC, con eventi avversi simili tra i due gruppi.
Questo studio di fase II è il primo nel melanoma ad aver confrontato direttamente un regime di immunoterapia neoadiuvante-adiuvante con un regime di immunoterapia adiuvante. 313 pazienti con melanoma di stadio da IIIB a IV clinicamente rilevabile e suscettibile di resezione chirurgica sono stati randomizzati a ricevere tre dosi di pembrolizumab neoadiuvante seguito dall’intervento chirurgico e pembrolizumab in terapia adiuvante oppure trattati con l’intervento chirurgico iniziale seguito da pembrolizumab adiuvante per un anno; l’intervallo fra l’ultima dose di pembrolizumab neoadiuvante e l’intervento chirurgico non doveva essere superiore alle 5 settimane. Il follow-up mediano è stato di 14,7 mesi; la sopravvivenza libera da eventi a 2 anni è risultata del 72% nel gruppo neoadiuvante-adiuvante rispetto al 49% nel gruppo adiuvante, senza effetti tossici. I dati indicano l’opportunità di preferire la terapia neoadiuvante per i pazienti con melanoma in stadio III/IV resecabile chirurgicamente e sottolineano l’importanza di un approccio multidisciplinare con chirurghi e oncologi per identificare i candidati a questo approccio e garantire che i pazienti procedano tempestivamente con l’intervento chirurgico dopo la terapia neoadiuvante. Come concludono gli autori «Tra i pazienti con melanoma resecabile in stadio III o IV, la sopravvivenza libera da eventi è stata significativamente più lunga tra coloro che hanno ricevuto pembrolizumab sia prima che dopo l’intervento chirurgico rispetto a coloro che hanno ricevuto solo pembrolizumab adiuvante». L’ulteriore follow-up potrà determinare se nel melanoma questo approccio neoadiuvante comporti anche un beneficio di sopravvivenza globale rispetto alla sola terapia adiuvante.
