
Attività e sicurezza di pemigatinib, inibitore selettivo di FGFR 1-3
16/05/2022
Risultati promettenti di alpelisib e olaparib nel tumore mammario triplo negativo avanzato
30/05/2022Nel trial di fase Ib SEASTAR la combinazione ha mostrato un’attività antitumorale in pazienti con tumori solidi con e senza mutazioni nel gene di riparazione della ricombinazione omologa
L’associazione dell’inibitore di PARP rucaparib con sacituzumab govitecan, un coniugato di SN-38 con un anticorpo umanizzato diretto contro Trop-2, ha dimostrato una promettente attività antitumorale in sei pazienti arruolati nel trial SEASTAR, uno studio di fase Ib che ha come obiettivo principale la definizione della dose massima tollerata e della dose raccomandata per un trial di fase II. I risultati sono stati pubblicati di recente come case report su JCO Precision Oncology.
Sei pazienti con tumore mammario triplo negativo o tumore uroteliale già trattato in precedenza, localmente avanzato o metastatico oppure con tumore ovarico resistente al platino sono stati trattati con sacituzumab govitecan (due volte per ciclo, al giorno 1 e 8 di ciascun ciclo) e rucaparib una o due volte al giorno, a partire da una dose iniziale di 300 mg; in caso di tossicità, il trattamento è stato interrotto o è stato ridotto il dosaggio di entrambi i farmaci. Tutti i pazienti hanno avuto almeno un evento avverso a seguito del trattamento, con la neutropenia come effetto collaterale più comune, ma tutti hanno proseguito la cura per 12 o più settimane. Tutti i pazienti hanno mostrato una malattia stabile o in miglioramento e in tre pazienti si è registrata una risposta parziale; tutti e tre erano stati precedentemente trattati con un inibitore di PARP fino alla progressione di malattia e non si sono osservate differenze nei tumori con o senza mutazioni nel gene di riparazione della ricombinazione omologa. I risultati del trial SEASTAR perciò offrono un’evidenza clinica a sostegno dell’opportunità di sviluppare ulteriormente gli inibitori di PARP in combinazione con un farmaco immuno-coniugato che trasporti inibitori di Topo-1. «Il trasporto mirato di SN-38 alle cellule tumorali attraverso un farmaco immuno-coniugato è una strategia di combinazione con un inibitore PARP che pare ragionevole ed efficace, potenzialmente in grado di ridurre la tossicità aggiuntiva e su bersagli differenti», scrivono gli autori. «Lo studio non ha stabilito la dose ottimale raccomandata per un trial di fase II, ma i dati suggeriscono che studi di combinazione siano opportuni per valutare un dosaggio intermittente di inibitori PARP assieme a sacituzumab govitecan o altri farmaci immuno-coniugati per ridurre la mielosoppressione e ottimizzare l’attività antitumorale». Rucaparib è approvato negli Stati Uniti e nell’Unione Europea per il trattamento o la terapia di mantenimento di pazienti con tumore ovarico ricorrente, negli Stati Uniti anche per il carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione; sacituzumab govitecan è approvato negli Stati Uniti per la terapia del tumore mammario triplo negativo e per il cancro uroteliale.
