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Pyrotinib e capecitabina nel tumore mammario con metastasi cerebrali

Published by Fondazione Gianni Bonadonna at 11/04/2022
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  • Eventi
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    Metastatic breast cancer that has spread to other parts of the human body as an abstract 3D illustration with tumors in an advanced stage of the disease.

    Lo studio di fase 2 PERMEATE dimostra buoni risultati di efficacia e sicurezza per questa combinazione in pazienti con tumore mammario HER2+ metastatico

    L’associazione di pyrotinib e capecitabina è una strategia promettente per il tumore mammario HER2+ con metastasi cerebrali: lo dimostra lo studio prospettico di fase 2 PERMEATE, pubblicato di recente su The Lancet Oncology.
    Dopo la terapia con trastuzumab, circa il 30-50% delle pazienti con tumore mammario metastatico HER2+ sviluppa metastasi cerebrali che di solito sono trattate con terapie locali, ma le recidive sono frequenti: per questo, una terapia sistemica che possa controllare le metastasi intra- ed extracraniche sarebbe preferibile. In questo trial di fase 2 multicentrico e a braccio singolo gli autori hanno sperimentato pyrotinib, un inibitore irreversibile delle tirosin-chinasi, in associazione a capecitabina in 78 pazienti con umore mammario HER2+ e metastasi cerebrali: 59 non erano state mai sottoposte a radioterapia (coorte A), 19 avevano una progressione di malattia dopo radioterapia (coorte B). In entrambe le coorti, le pazienti hanno ricevuto pyrotinib e capecitabina orale in cicli di 21 giorni. Il follow-up mediano è stato di 15.7 mesi e la risposta intracranica oggettiva è stata del 74.6% per la coorte A e del 42.1% per la coorte B; c’è stata anche una risposta oggettiva nel sistema nervoso centrale in 13 pazienti della coorte A e 6 pazienti della coorte B; la mediana di sopravvivenza libera da progressione di malattia è stata di 11.3 mesi contro 5.6 mesi nelle due coorti A e B, rispettivamente. I risultati mostrano che l’associazione di pyrotinib e capecitabina è ben tollerata e attiva sulle lesioni intra- ed extracraniche, specialmente nelle pazienti che non hanno ricevuto una radioterapia per le metastasi, con eventi avversi in linea con il profilo di tossicità noto dei due farmaci. I dati raccolti da questo studio di fase 2 perciò danno prove di una promettente attività antitumorale da parte di questa combinazione in pazienti con tumore mammario metastatico HER2+ e metastasi cerebrali, specialmente se mai sottoposte a radioterapia per tali metastasi, e indicano quindi l’opportunità di proseguire le indagini attraverso ulteriori studi randomizzati e controllati.

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