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Sotorasib o docetaxel nel carcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazione KRASG12C

Published by Fondazione Gianni Bonadonna at 02/05/2023
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    DNA strand and Cancer Cell Oncology Research Concept 3D rendering

    Sotorasib aumenta la sopravvivenza libera da progressione di malattia rispetto a docetaxel in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazione KRASG12C

    Lo studio di fase 3 CodeBreaK 200, recentemente pubblicato su The Lancet, mostra che il sotorasib per via orale ha una maggiore efficacia e un migliore profilo di tossicità e qualità della vita rispetto a docetaxel per via endovenosa, in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato con mutazione KRASG12C precedentemente trattati con altri farmaci antitumorali.

    I trattamenti di prima linea per i pazienti con carcinoma polmonare avanzato non a piccole cellule senza mutazioni su cui si possa intervenire sono la terapia a base di platino e l’immunoterapia, cda poter somministrare contemporaneamente o in sequenza. In caso di progressione del carcinoma polmonare non a piccole cellule esistono però poche opzioni terapeutiche e la prognosi è infausta. Il taxano docetaxel è uno standard di cura, ma l’efficacia è modesta con notevoli effetti tossici e un consistente declino della qualità della vita. I dati riportati in precedenza dallo studio clinico di fase 1/2 CodeBreaK 100 hanno mostrato che sotorasib, un inibitore di KRASG12C, ha un tasso di risposta globale durevole del 41%, una sopravvivenza globale a 2 anni del 33% e un profilo di sicurezza favorevole nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato con la mutazione KRASG12C precedentemente trattati con altri farmaci antitumorali. Quello appena pubblicato è il primo studio globale randomizzato controllato di fase 3 sull’argomento, condotto presso 148 centri in 22 paesi; il trial ha arruolato 345 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato con mutazione KRASG12C, progrediti dopo una precedente chemioterapia a base di platino e un inibitore PD-1 o PD-L1; i pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere sotorasib o docetaxel e dopo un follow-up mediano di 17,7 mesi si è osservata una mediana di sopravvivenza libera da progressione di malattia pari a 5,6 mesi per sotorasib rispetto a 4,5 mesi con docetaxel. Sotorasib è stato ben tollerato e ha aumentato significativamente la sopravvivenza libera da progressione di malattia. «Sotorasib è il primo inibitore di KRASG12C a mostrare un miglioramento statisticamente significativo nella sopravvivenza libera da progressione di malattia rispetto al docetaxel, che oggi costituisce lo standard di cura; sotorasib riduce del 34% il rischio relativo di progressione della malattia o morte», affermano gli autori. «Pertanto dovrebbe essere considerato come un’opzione terapeutica per questi pazienti, che hanno un bisogno clinico sostanzialmente insoddisfatto».

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