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Tumore al seno HER2+ in fase iniziale, l’eterogeneità è indicativa di resistenza al trattamento

Published by Fondazione Gianni Bonadonna at 01/11/2021
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Le terapie a target molecolare mirate contro HER2 possono evitare la chemioterapia in alcune pazienti, ma l’eterogeneità di HER2 è un forte predittore di mancata risposta alla cura

Nelle pazienti con tumore al seno HER2+ in fase iniziale con una eterogeneità di HER2 le terapie mirate contro questo bersaglio sono destinate a fallire: in uno studio di fase II pubblicato di recente su Cancer Discovery è infatti emerso che il tasso di risposta patologica completa è del 55% nelle pazienti senza eterogeneità di HER2 ma crolla allo 0% nei casi in cui è presente l’eterogeneità.

Il trial ha coinvolto 164 pazienti con tumore al seno HER2+ in fase iniziale trattate con trastuzumab emtansine (T-DM1) e pertuzumab in terapia neoadiuvante; poiché uno dei potenziali meccanismi di resistenza alle terapie è l’espressione eterogenea del target molecolare all’interno del tumore, gli autori hanno valutato l’eterogeneità di HER2 in biopsie effettuate prima del trattamento in due zone del tumore per capire se questa influisse sul tasso di risposta patologica completa. I risultati mostrano che è così: nel sottogruppo di tumori eterogenei, tutte le pazienti avevano malattia residua al momento della chirurgia mentre il tasso di risposta completa è stato del 55% nel sottogruppo senza eterogeneità di HER2. Anche l’analisi a livello di singola cellula ha confermato la correlazione diretta fra l’eterogeneità di HER2 e la risposta alle terapie mirate; queste sono tuttavia molto efficaci in alcuni sottogruppi di pazienti, nelle quali la chemioterapia potrebbe essere evitata.

«Il cancro implica la presenza di eterogeneità al suo interno per definizione, originando dall’accumulo di alterazioni genetiche ed epigenetiche», osservano gli autori. «Con l’evoluzione delle terapie verso farmaci a bersaglio molecolare, studiare l’eterogeneità di questi target e come questa possa influenzare la risposta diventa perciò sempre più importante. I risultati di questo studio mostrano che gli sforzi per ridurre l’impatto della chemioterapia tradizionale affidandosi sempre di più ai farmaci a bersaglio molecolare per HER2 nelle pazienti con tumore HER2+ in fase iniziale potrebbe non essere una buona strategia, se non viene tenuta in considerazione l’eterogeneità tumorale: se questi dati saranno confermati, una valutazione di questo parametro potrà facilitare la selezione della terapia ottimale per ciascuna paziente».

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