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24/01/2022Nel carcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazioni su EGFR la terapia di combinazione può essere più efficace perché EGFR-TKI aumenta l’espressione di HER3
L’anticorpo monoclonale farmaco-coniugato patritumab deruxtecan, il primo a essere diretto verso HER3, può diventare più efficace se dato in combinazione con un inibitore di EGFR-tirosin chinasico (EGFR-TKI): lo dimostra una ricerca pubblicata su Clinical Cancer Reasearch, secondo cui EGFR-TKI può aumentare l’espressione di HER3 e rendere il tumore più responsivo a patritumab deruxtecan.
Lo studio è stato svolto su campioni da pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule con mutazione di EGFR, trattati con EGFR-TKI che è la terapia di prima linea standard in questo tipo di tumore; il trattamento purtroppo induce prima o poi resistenza in tutti i tumori e quando accade le opzioni terapeutiche sono scarse. D’altro canto trial clinici hanno mostrato che il trattamento con l’anticorpo monoclonale farmaco-coniugato patritumab deruxtecan diretto verso HER3 offre un beneficio nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule con mutazione di EGFR: per questo, gli autori hanno cercato di capire i meccanismi che regolano l’espressione del target di patritumab deruxtecan, ovvero HER3, e capire anche se ci sia modo di aumentare l’attività antitumorale agendo proprio sull’espressione di HER3. I dati mostrano innanzitutto un aumento dell’espressione di HER3 in pazienti trattati con EGFR-TKI che hanno acquisito resistenza alla terapia rispetto ai campioni raccolti prima del trattamento, ma soprattutto i test in vitro rivelano che EGFR-TKI aumenta direttamente l’espressione di HER3 e potenzia l’effetto antitumorale di patritumab deruxtecan.
Tutto ciò, secondo gli autori, indica un razionale per la combinazione di EGFR-TKI e patritumab deruxtecan perché il primo farmaco, pur provocando resistenze, potrebbe aumentare gli effetti del secondo: l’espressione di HER3 infatti è risultata aumentata dal trattamento con EGFR-TKI, ed è probabilmente mediata dalle vie di segnalazione di PI3K/AKT/mTOR. A dicembre 2021 patritumab deruxtecan ha intanto ricevuto lo status di terapia fortemente innovativa dalla Food and Drug Administration statunitense, per il trattamento di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico o localmente avanzato con mutazione di EGFR e con progressione di malattia durante o dopo il trattamento con un inibitore della tirosin-chinasi di terza generazione o con terapie a base di platino.
