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21/04/2021Atezolizumab potrebbe essere un’opzione terapeutica in più per i pazienti con tumori solidi caratterizzati da un elevato carico mutazionale (Tumor Mutational Burden o TMB): è quanto suggeriscono i risultati di una ricerca presentata all’ultimo congresso dell’American Association for Cancer Research secondo cui il farmaco, un anticorpo monoclonale diretto contro PD-L1, consente una risposta duratura in numerosi tipi di tumore solido con elevato TMB, triplicando il tasso di controllo della malattia e la sopravvivenza media libera da progressione di malattia.
I dati arrivano dall’analisi di una coorte dello studio open-label di fase IIa MyPathway, nel quale si stanno valutando gli esiti di sei diversi regimi terapeutici (fra cui per esempio alectinib, erlotinib e la combinazione trastuzumab con pertuzumab) in pazienti con tumori solidi avanzati per i quali i trattamenti standard non sono efficaci o indicati; i ricercatori hanno estrapolato i risultati ottenuti con atezolizumab (1200 mg ogni 3 settimane) in 118 malati affetti da 20 tipi di neoplasie diverse (in maggioranza colon e seno) e con un TMB superiore o uguale a 10, con particolare interesse per quelli con il carico mutazionale maggiore (TMB superiore o uguale a 16) perché studi precedenti hanno individuato nei tumori con più alto TMB quelli più responsivi all’immunoterapia.
I risultati mostrano che indipendentemente dall’elevata instabilità dei microsatelliti l’immunoterapico ha una buona efficacia nei pazienti con maggior TMB, misurato con il FoundationOne Cdx assay: il tasso di risposta obiettiva alla terapia è del 38,1% in chi ha TMB superiore a 16 contro il 2,1% nei pazienti con TMB compreso fra 10 e 16, mentre il tasso di controllo della malattia è quasi triplicato (61,9% contro 22,9% rispettivamente) così come la sopravvivenza libera da progressione di malattia (5,7 contro 1,8 mesi). L’efficacia è confermata anche per i pazienti in cui il TMB oltre 16 è stato misurato con un qualsiasi test con metodica CLIA: in questi soggetti il tasso di risposta obiettiva alla terapia è stato del 28,6%, il tasso di controllo della malattia del 55,4%. Fra i pazienti con TMB misurato con i diversi metodi sono inoltre simili i dati di sopravvivenza globale, pari sempre a 13,7 mesi nei malati con TMB oltre 16 contro 10,7 in quelli con TMB fra 10 e 16 misurato con qualsiasi test CLIA e 11,4 nei malati con TMB valutato con F1CDx.
L’efficacia di atezolizumab è emersa per numerosi tipi di tumori solidi analizzati nello studio e i dati confermano come l’immunoterapia, in questo caso diretta contro PD-L1, possa avere effetti maggiori in tumori con un alto numero di mutazioni, sottolineando nuovamente l’importanza della valutazione del carico mutazionale per l’immunoterapia di precisione. Il farmaco è attualmente disponibile nel nostro Paese in monoterapia per il trattamento di carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico e per il tumore del polmone non a piccole cellule localmente avanzato o metastatico, in combinazione con nab-paclitaxel per il tumore del seno triplo negativo non operabile, localmente avanzato o metastatico.