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La ricerca di Fondazione Michelangelo a ESMO 2021
13/09/2021
Grandi novità da ESMO 2021: i risultati dagli studi clinici di maggior rilievo
22/09/2021

Un cambio di paradigma nella terapia del tumore al seno metastatico

Published by Fondazione Gianni Bonadonna at 20/09/2021
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    Metastatic breast cancer that has spread to other parts of the human body as an abstract 3D illustration with tumors in an advanced stage of the disease.

    Lo studio DESTINY-Breast03, presentato a ESMO, dimostra un significativo vantaggio clinico nelle pazienti HER2+ trattate con trastuzumab deruxtecan

    I risultati dello studio DESTINY-Breast03, presentato durante il Simposio Presidenziale a ESMO 2021, potranno cambiare la pratica clinica nelle pazienti con tumore al seno metastatico HER2+: il trattamento con il farmaco immuno-coniugato trastuzumab deruxtecan (T-Dxd) si è dimostrato in grado di migliorare significativamente la sopravvivenza libera da progressione di malattia rispetto a trastuzumab emtansine (T-DM1), attuale standard di terapia.

    T-Dxd è un farmaco in cui all’anticorpo monoclonale mirato a HER2 si associa un chemioterapico; ciò fa sì che l’immuno-coniugato possa portare elevate concentrazioni di chemioterapico nelle cellule tumorali HER2+. Il farmaco è stato confrontato con l’altro immuno-coniugato, T-DM1, nello studio di fase III DESTINY-Breast03, per il quale sono state coinvolte 524 pazienti randomizzate a ricevere T-Dxd o T-DM1; tutte erano già state trattate con trastuzumab e chemioterapia (un taxano) prima dell’ingresso nella sperimentazione. I risultati mostrano che T-Dxd è significativamente più efficace di T-DM1 quando la malattia è progredita nonostante trastuzumab e chemioterapia: rispetto alla terapia standard con T-DM1, T-Dxd ha consentito un miglioramento del 72% della sopravvivenza libera da progressione di malattia; a 12 mesi, il 76% delle pazienti trattate con T-Dxd non aveva avuto una progressione di malattia contro solo il 34% delle trattate con T-DM1. Inoltre, l’80% ha visto il tumore ridursi e il 16% lo ha visto scomparire del tutto, a fronte di un profilo di tollerabilità non dissimile da quello già noto per il farmaco (il 10,5% ha avuto una patologia polmonare interstiziale che ha richiesto un trattamento). Si tratta della prima sperimentazione clinica di fase III che abbia confrontato l’efficacia e sicurezza di T-Dxd con quelle della terapia standard nel tumore al seno metastatico.

    T-Dxd ha ricevuto l’approvazione accelerata della Food and Drug Administration nel 2019 per pazienti con tumore al seno HER2+ inoperabile o metastatico che avevano ricevuto già due o più terapie mirate a HER2, sulla base di uno studio più piccolo e non comparativo, il DESTINY-Breast01, che aveva dimostrato un’efficacia promettente nelle pazienti che erano progredite nonostante la terapia con T-DM1. Questi nuovi dati cambieranno verosimilmente la pratica clinica, come spiega la coordinatrice Sara Hurvitz, direttrice del Breast Cancer Clinical Research Program all’UCLA Jonsson Comprehensive Cancer Center: «T-DM1 è diventato lo standard terapeutico nel 2013 ed è stato il primo immuno-coniugato approvato dall’FDA; negli ultimi otto anni nessuna altra terapia si è mai dimostrata migliore in un trial di confronto. Nel confronto con T-Dxd la differenza fra i due gruppi di trattamento è stata sostanziale: questi dati cambieranno la pratica clinica e il miglioramento nella sopravvivenza libera da progressione di malattia è una notizia davvero ottima per le nostre pazienti». Il prossimo passo sarà studiare T-Dxd in prima linea nel tumore metastatico e nella malattia di stadio iniziale; Hurvitz sta già studiando gli effetti di T-Dxd da solo o in combinazione con la terapia anti-estrogenica. Aditya Bardia del Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School di Boston (USA) ha commentato: «È fantastico osservare un miglioramento così significativo nella sopravvivenza di pazienti con tumore al seno metastatico HER2+ e questi risultati cambieranno molto probabilmente la pratica clinica, stabilendo T-Dxd come terapia preferenziale nella seconda linea. I dati sulla sopravvivenza complessiva a 12 mesi non sono ancora stimabili, ma visto il miglioramento nella sopravvivenza libera da progressione di malattia si suppone che potremo osservare un miglioramento nella sopravvivenza complessiva quando i dati saranno maturi. Siamo impazienti di avere i dati di follow-up».

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