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24/05/2021Sacituzumab govitecan migliora la sopravvivenza delle pazienti rispetto all’uso della chemioterapia; già approvato negli USA, è in revisione accelerata all’EMA
Una sperimentazione clinica di fase 3 conferma l’efficacia del farmaco immuno-coniugato sacituzumab govitecan nelle pazienti con tumore al seno triplo negativo metastatico recidivante o refrattario alle terapie: gli ultimi dati dello studio ASCENT, pubblicati sul New England Journal of Medicine, confermano la superiorità del farmaco nei confronti di una monochemioterapia, sia in sopravvivenza libera da progressione, sia in sopravvivenza globale.
Sacituzumab govitecan è composto dal metabolita attivo dell’irinotecan (SN-38, inibitore della topoisomerasi I) collegato con un anticorpo diretto contro Trop-2, una glicoproteina della superficie cellulare espressa in oltre il 90% dei casi di carcinoma mammario triplo negativo, un tumore per cui le opzioni di terapia non sono molte al di là della classica chemioterapia. Lo studio ha incluso 468 pazienti che avevano già ricevuto taxani e non avevano metastasi cerebrali, le quali sono state randomizzate a ricevere sacituzumab govitecan (235 casi) o una monochemioterapia (233 pazienti) a scelta dello sperimentatore (eribulina, vinorelbina, capecitabina o gemcitabina). Con sacituzumab govitecan la sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 5,6 mesi contro 1,7 mesi della chemioterapia, la sopravvivenza globale di 12,1 mesi contro 6,7. Una risposta obiettiva si è registrata nel 35% delle pazienti trattate nel braccio sperimentale rispetto al 5% di coloro sottoposte a chemioterapia; superiore tuttavia anche l’incidenza di eventi avversi (51% contro 33%), fra cui soprattutto leucopenia, diarrea, anemia e neutropenia febbrile.
Lo studio ASCENT è stato interrotto in anticipo proprio per la superiorità dei risultati di sacituzumab govitecan; i dati sul New England Journal of Medicine sono un’analisi più completa degli elementi raccolti nel tempo e sono stati pubblicati a pochi giorni dall’approvazione del farmaco da parte della Food and Drug Administration statunitense (FDA), la quale il 7 aprile scorso ne ha approvato l’impiego in pazienti con tumore al seno triplo negativo non resecabile, metastatico o localmente avanzato, precedentemente trattate con due o più terapie sistemiche di cui almeno una nel setting metastatico; il farmaco è ad oggi nel processo di revisione accelerata anche presso l’European Medicines Agency (EMA).
